ATTO II

#kunsthallelissabon, Lisbona
luglio 2015 – settembre 2015

con Lili Reynaud-Dewar, Haris Epaminonda, Luca Francesconi, Jacopo Miliani, André Romão, Daniel Steegmann Mangrané

All’origine del pensiero moderno c’è un contrasto tra ordine e disordine, “impulsi e tendenze contrastanti, la cui combinazione modulare produce in ogni epoca l’opera d’arte”. Prendendo come punto di riferimento La nascita della tragedia di Friedrich Nietzsche, la mostra Beauty Codes (order/disorder/chaos), è un progetto di collaborazione tra tre spazi d’arte internazionali, CURA., Fondazione Giuliani e #kunsthallelissabon, che si sviluppa nell’arco di sei mesi, in tre tappe consecutive. Liberamente costruita intorno ai codici narrativi della Tragedia greca, la mostra inizia con una sola voce, per poi passare – attraverso il lavoro di dodici artisti internazionali – a un graduale processo di stratificazione e accumulazione, che sconvolge l’ordine originale con punti di vista multipli, confini fratturati e ruoli sovvertiti, passando infine a una successiva sottrazione con un nuovo set di oggetti e tracce di azioni precedenti. Il ciclo completo della mostra è una traiettoria da uno stato di ordine e armonia, a disordine e caos, che porta alla formazione di un nuovo ordine e quiete.

Il prologo del progetto ha avuto luogo in CURA. con l’installazione Why Should Our Bodies End At The Skin? (2012) di Lili Reynaud-Dewar, un’opera che funge da raccordo tra le tre parti di un’opera teatrale eseguita su tre palcoscenici separati, e che era presente in forma diversa in Act I, la mostra collettiva alla Fondazione Giuliani, che comprendeva anche opere di Pedro Barateiro, Pablo Bronstein, Haris Epaminonda, Fischli/Weiss, Jacopo Miliani, Amalia Pica, Alexandre Singh e Daniel Steegmann Mangrané.

Oltre a Lili Reynaud-Dewar, il secondo atto di #kunsthallelissabon di Beauty Codes presenterà opere di Haris Epaminonda, Luca Francesconi, Jacopo Miliani, André Romão e Daniel Steegmann Mangrané.

#kunsthallelissabon è generosamente sostenuto da Secretaria de Estado da Cultura/Direção Geral das Artes (DGArtes), Teixeira de Freitas, Rodrigues e Associados e dalla Fondazione EDP.