Siete invitati a una serata di performance e ascolto con Edge of the Game di Labjure e Review di Jazmina Figueroa e Elif Satanaya Özbay.
Labjure presenta la sua nuova opera, Edge of the Game, con scenografia di Maria Jooyoung, che esplora i campi concettuali dell’habitat attraverso sculture e installazioni site-specific. “Sul bordo del gioco, trattieni il respiro. Guarda giù, impara a saltare, posa nuove basi, sfida le regole. Qui, al limite, potrebbe funzionare”.
Review è una lettura performativa che risulta da un processo iniziato alla fine del 2023. Jazmina Figueroa e Elif Özbay hanno avviato il progetto per collocare le loro opere l’una accanto all’altra all’interno dei campi della valutazione, critica, apprezzamento, studio e analisi. Figueroa e Özbay usano la recensione come struttura per pensare oltre gli sguardi fugaci e richiedono una seconda o terza fase di contemplazione, richiamando l’attenzione su ciò che perdura e merita una rivisitazione. Il soggetto, l’idea, il tema o l’argomento delle loro opere vengono testati davanti a un pubblico, per essere riformulati e rimodellati ad ogni ripetizione della lettura performativa. Questo approccio iterativo funge da processo di scrutinio approfondito, sviluppo e comprensione per le artiste.
Le performance saranno in inglese.
Labjure è un progetto sonoro e performativo con sede a Berlino. Le sue composizioni custodiscono momenti di frenetiche fantasticherie e correnti oscure di pop psichedelico, drone e noise. Attraverso recitazioni poetiche, paesaggi sonori immersivi e ritmi determinati, cerca di catturare o preservare istanti, alterandone o distorcendone inavvertitamente le origini. Con l’intento di orchestrare risposte viscerali con precisione, invita a un ascolto introspettivo e allucinatorio.
Jazmina Figueroa è una scrittrice con sede a Berlino. Il suo lavoro appare in stampe, registrazioni sonore, performance di lettura, opere scritte in stile staccato e altre produzioni artistiche e saggistiche.
Elif Satanaya Özbay è un’artista visiva con sede ad Amsterdam, la cui pratica multidisciplinare comprende performance, installazioni, video e saggi. Influenzata da un’immersione nel cinema, Özbay utilizza il genere horror come impalcatura intellettuale per decostruire e reimmaginare le meccaniche della suspense. Intrecciando riferimenti alla cultura pop con la mitologia circassa, costruisce intricati spazi liminali che interrogano la dialettica della memoria, dello spostamento e dell’inquietante. Trovando modi intuitivi e bizzarri di archiviare elementi personali e storici, Özbay sperimenta opere site-specific in cui readymades e testi si incontrano.
Questa serata fa parte di Tongue Twisters, un programma composto da più appuntamenti dedicati alla lecture performance a cura di Lisa Andreani, Valerio Di Lucente e Adrienne Drake.