An exploration of how time only exists in half steps, la prima personale di Richard Aldrich in Italia, include una costellazione multiforme di dipinti, sculture e lavori su carta prodotti tra il 2000 e il 2022. In una sequenza che oscilla tra astrazione pura e figurazione, le opere precedenti si posano liberamente mescolandosi con i nuovi lavori, dando così forma a una rete rizomatica di complesse interconnessioni. Tali connessioni partono da un’esplorazione aperta della storia della pittura, da riferimenti alla cultura pop, al cinema o all’esperienza personale, contribuendo alla costruzione di una narrazione, anche se indiretta.
Caratterizzato da un virtuosismo tecnico apparentemente spontaneo, Aldrich si dedica costantemente a un’indagine delle possibilità formali e materiali della pittura. Olio, cera, carboncino e tessuto possono essere stratificati sulla superficie che viene a sua volta tagliata, incollata, spogliata o arricchita di oggetti. Le opere possono essere minime, quasi leggere, oppure dipinte più pesantemente e fitte, espressive e cariche di segni energici. Le sue opere su carta e le sculture incarnano invece un approccio più intimo e autobiografico. Le sculture che incorporano oggetti trovati, che gli sono stati donati, o che hanno un significato speciale – oggetti che hanno avuto un’esistenza precedente – diventano un’articolazione molto personale del readymade.
Ogni opera in mostra è un’entità propria e unica, che incarna una logica interiore e intima. Tuttavia, il loro significato cambia, nuovi contenuti hanno origine nel momento in cui vengono presentati al pubblico e con la precisa disposizione delle opere in rapporto reciproco all’ interno della mostra. Gli spazi espositivi diventano la scenografia di un’opera teatrale o, forse, una sceneggiatura in divenire; una breve storia popolata da personaggi nuovi e ricorrenti, un capitolo di una biografia ancora da completare. Le opere esplorano e generano significati connessi, creando un quadro d’insieme che alla fine offre allo spettatore un possibile spunto per interrogarsi sul processo di creazione artistica, sull’esperienza legata all’osservazione e al generare significato.
RICHARD ALDRICH (nato nel 1975 a Hampton, VA, vive e lavora a New York, NY) è stato protagonista di mostre personali al Museum Dhont-Dhaenens, Deurle, Belgio; al San Francisco Museum of Modern Art, CA; al Contemporary Art Museum, St. Louis, MO, per citarne solo alcune. Aldrich è stato incluso in mostre collettive presso importanti istituzioni come il Museum of Modern Art, New York, NY; il Whitney Museum of American Art, New York, NY; il Wexner Center for the Arts, Columbus, OH; e il National Museum of Osaka, Giappone. Le opere di Aldrich sono presenti in prestigiose collezioni di musei come il Whitney Museum of American Art di New York, il Museum of Modern Art di New York, il San Francisco Museum of Modern Art di San Francisco, lo Smithsonian American Art Museum di Washington D.C. e il National Museum of Art di Osaka.
Un ringraziamento speciale a Bortolami, New York.