Fondazione Giuliani è lieta di presentare Blaue Nacht, la prima mostra in Italia dell’artista tedesca Raphaela Simon, nonché sua prima personale in un’istituzione. Conosciuta per i suoi dipinti su larga scala dalle forme ingannevolmente semplici e indistinte su sfondi monocromatici, Simon lavora su più livelli per creare una serie di stratificazioni sulla tela, sovrapitturando e modificando elementi precedenti più e più volte in un processo spesso lento e metodico. Portando tracce visibili delle forme antecedenti, ogni dipinto diventa una sorta di palinsesto con sottili gradazioni di colore e riflessi di luce che emergono attraverso gli strati, aggiungendo così sfumature alla composizione.
Oscillando tra il confine rappresentativo e astratto, Simon intitola le sue opere secondo oggetti e motivi quotidiani, suggerendo in questo modo un potenziale figurativo sottostante. Nelle precedenti serie pittoriche, infatti, l’artista gioca generosamente con una lettura contemporanea della Pop Art, dotando le sue tele di immagini sproporzionate di piatti di pasta, coni gelato, salvagenti o singoli capi di abbigliamento. Questi dipinti, che richiamano le sculture morbide di Claes Oldenburg, evocano ritratti ironici, o figure emblematiche, del quotidiano.
Recentemente, tuttavia, i dipinti di Simon hanno assunto un’atmosfera diversa, impregnati di una nuova esplorazione delle tonalità più scure della tavolozza. Anche il suo linguaggio visivo è cambiato. Allontanandosi dalle rappresentazioni astratte di oggetti quotidiani semplificati, il nuovo corpus di opere di Simon comprende inquietanti fantasmagorie di figure enigmatiche apparentemente umane ma, allo stesso tempo, del tutto inverosimili con corpi frammentati, torsi contorti e un’impenetrabilità distaccata simile a quella di una maschera. Queste figure, o figurazioni, controbilanciano quadri dal disegno geometrico nettamente ridotto dove si possono scorgere accenni di ostacoli a forma reticolare – muri, grate, recinzioni – simboli di resistenza che si stagliano su sfondi neri goyeschi. Analogamente, gli oggetti scultorei e le figure in tessuto, un tempo intricati e spesso presentati nello spazio espositivo per creare una narrazione dialogica con le opere su tela, sono ridotti a forme scarne e tronche: teste solitarie staccate dai loro corpi. Ora più che mai, nel lavoro di Raphaela Simon il perturbante è al centro dell’attenzione con immagini allo stesso tempo familiari e aliene che invitano lo spettatore a discernere il significato.
Raphaela Simon (Villingen, Germania 1986) vive e lavora a Berlino. Una selezione di sue mostre personali e collettive più recenti comprende: Nighthawks, Galerie Max Hetzler, Berlino (2023); Es liebt Dich und Deine Körperlichkeit ein Verwirrter. Raphaela Simon, Florian Krewer, Carina Brandes, Kunsthalle Düsseldorf (2022); In the Shadows of Tall Necessities, Bonner Kunstverein, Bonn (2022); Interior, Michael Werner Gallery, Londra (2022); Friendship. Nature. Culture., Daimler Contemporary, Berlino (2021); Steine, Hannah Hoffman Gallery, Los Angeles (2021); Raphaela Simon, Galerie Max Hetzler, Berlino (2021); Erdbeeren, Michael Werner Gallery, Londra (2019). Simon è stata studentessa di Günther Förg presso la Munich Kunstakademie e di Peter Doig alla Fine Art Academy di Dusseldorf.
Un ringraziamento speciale a Michael Werner Gallery, New York e Londra.